Innovazione digitale nelle PMI tra ecosistemi, innovazione e nuove strategie di impresa

Innovazione digitale nelle PMI

Cresce il gap tra le PMI più strutturate cosiddette PMI Large ossia quelle con fatturato sopra i 50 milioni di euro e un numero dipendenti superiore a 250 (aziende che di fatto PMI non sono, anche se si comportano come tali), e quelle più piccole e meno evolute, ancora molto in ritardo sul percorso di trasformazione digitale.

Imprese quest’ultime, poco lungimiranti, che approcciano la trasformazione digitale solo per necessità ed esigenze temporanee, senza strutturare un vero e proprio percorso di digitalizzazione, causando così spesso una scarsa ottimizzazione dei costi e dei processi.
La spinta all’innovazione dei processi dovrebbe dunque avere un demand “a cascata”, affinché le aziende più grandi spronino le più piccole ad intraprendere questo percorso, andando quindi a creare un circolo virtuoso utile alla creazione di un ecosistema di filiera più omogeneo.

L’ecosistema delle PMI italiane

La responsabilità del cambiamento, infatti, va condiviso con gli ecosistemi in cui operano le aziende.

Pubblica amministrazione, provider tecnologici, intermediari finanziari e associazioni di categoria sono chiamati a creare un ecosistema fertile, entro cui le PMI più piccole e le micro-imprese possano procedere nella trasformazione, elaborando nuove visioni grazie a una crescente maturità digitale.

Questa una delle conclusioni dell’analisi di scenario realizzata dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano presentata ieri 16 giugno in diretta streaming, e condotta su 3 filiere: agro-alimentare, moda, design e arredo.

L’analisi dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano

Dai risultati emerge che il digitale sia un punto di forza delle PMI Large: il 71% mostra un profilo convinto o avanzato, rispetto al 50% delle PMI.
Vi è una forte percezione dei vantaggi della digitalizzazione: solo il 2% delle PMI Large lo considera come un costo (rispetto al 16% delle PMI) mentre il 61% lo considera uno strumento per costruire il futuro dell’azienda (rispetto al 35% delle PMI).

Nelle Pmi Large, inoltre la trasformazione digitale è accompagnata da quella ecologica.

Il 58% ha adottato o intende adottare soluzioni per ridurre il proprio impatto energetico sul pianeta, il 48% è interessato ai rating ESG, mentre il 61% ha introdotto o si propone di introdurre pratiche di Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR).

Una tendenza questa che si allinea all’opinione mondiale rilevata anche dal sondaggio del World Economic Forum secondo il quale ben 9 cittadini su 10, a livello globale, auspicano di vivere in un mondo più sostenibile ed equo nel post-Covid 19.

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